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L’Associazione Guide Turistiche di Taormina e della Provincia di Messina alla scoperta della “Pompei di Sicilia”, Megara Hyblaea

Sabato 11 marzo, Lorenzo Guzzardi, già direttore del Parco Archeologico di Leontinoi e Megara, insieme con Mariada Pansera, Presidente di Archeoclub d’Italia APS ETS sede di Augusta, ha accompagnato l’Associazione Guide Turistiche di Taormina e della Provincia di Messina alla scoperta della “Pompei di Sicilia”, Megara Hyblaea, la città fondata dagli abitanti di Megara Nisea nel 728 a.C. presso la foce del fiume Cantera e a ridosso di un fertilissimo retroterra agricolo, che diede grande prosperità ai suoi abitanti. Una città greca che è ancora un prezioso scrigno di informazioni per gli archeologi, poiché poco si è sovrapposto ai resti di età ellenistica e romana, ultime importanti fasi di vita dell’abitato prima del suo abbandono.

L’evento, fortemente voluto da Martine Fender, Presidente dell’associazione delle guide turistiche di Taormina e provincia di Messina, è stato realizzato in collaborazione con l’Archeoclub d’Italia sede di Augusta la cui presidente, Mariada Pansera, da anni promuove iniziative per una maggiore fruizione dell’area archeologica.

L’archeologo Guzzardi ha illustrato il nuovo percorso didattico realizzato dal Parco introducendo la visita dei monumenti intorno all’Agorà, riferendosi in particolare alla stratigrafia, all’impianto urbanistico, all’heroon, alle due stoai, ai bagni ellenistici, alle mura ellenistiche con le loro porte.

Oltre a parlare dei culti destinati alle varie divinità, Guzzardi ha evidenziato l’importanza di Megara Hyblaea nella restituzione di un edificio destinato al culto dell’ecista (heroon), in cui, forse, si perpetuava il nome di Lamis, ma anche nell’aver dato i natali al celebre commediografo Epicarmo, che giunse a Siracusa dopo che il tiranno Gelone vi deportò parte della popolazione megarese intorno al 482 a.C.

Megara Hyblaea venne poi rifondata da Timoleonte nello stesso sito ma le dimensioni dell’età ellenistica, ha spiegato Guzzardi, erano notevolmente ridotte rispetto al suo primo impianto.

Megara Iblea è anche la città che ha restituito il celebre kouros con la dedica incisa nella sua gamba e la splendida kourotrophos, la donna che allatta due gemelli, due dei reperti più ammirati al Museo Archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa.

Attualmente si lavora alla riapertura dell’Antiquarium ove saranno anche esposti i reperti provenienti dagli scavi più recenti, compresi quelli di età preistorica.

La storia degli scavi a Megara Iblea è legata al nome dell’archeologo francese Georges Vallet che fu a capo dell’Ecole Française de Rome.

 

Fonte: http://www.siciliafelix.it/sicilia-piu/lassociazione-guide-turistiche-di-taormina-e-della-provincia-di-messina-alla-scoperta-della-pompei-di-sicilia-megara-hyblaea/

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