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Augusta, guide turistiche in visita all’antica colonia greca di Megara Hyblaea

Un gruppo di componenti dell’Associazione guide turistiche di Taormina e della provincia di Messina sono stati accompagnati nei giorni scorsi alla scoperta della “Pompei di Sicilia”, Megara Hyblaea, la città fondata dagli abitanti di Megara Nisea nel 728 a.C. sulla foce del fiume Cantera e a ridosso di un fertilissimo retroterra agricolo, che diede grande prosperità ai suoi abitanti. Una città greca che è ancora un prezioso scrigno di informazioni per gli archeologi, poiché poco si è sovrapposto ai resti di età ellenistica e romana, ultime importanti fasi di vita dell’abitato prima del suo abbandono.

L’evento, fortemente voluto da Martine Fender, presidente dell’associazione delle guide turistiche è stato realizzato in collaborazione con l’Archeoclub Augusta presieduto da Mariada Pansera, che promuove iniziative per una maggiore fruizione dell’area archeologica e che ha accompagnato il gruppo insieme a Lorenzo Guzzardi, già direttore del Parco archeologico di Leontinoi e Megara.

L’archeologo Guzzardi ha illustrato il nuovo percorso didattico realizzato dal Parco introducendo la visita dei monumenti intorno all’ agorà, riferendosi in particolare alla stratigrafia, all’impianto urbanistico, all’heroon, alle due stoai, ai bagni ellenistici, alle mura ellenistiche con le loro porte.

Oltre a parlare dei culti destinati alle varie divinità, ha evidenziato l’importanza di Megara Hyblaea nella restituzione di un edificio destinato al culto dell’ecista (heroon), in cui, forse, si perpetuava il nome di Lamis, ma anche nell’aver dato i natali al celebre commediografo Epicarmo, che giunse a Siracusa dopo che il tiranno Gelone vi deportò parte della popolazione megarese intorno al 482 a.C. Megara Hyblaea venne poi rifondata da Timoleonte nello stesso sito, ma le dimensioni dell’età ellenistica, come ha spiegato Guzzardi, erano notevolmente ridotte rispetto al suo primo impianto.

Megara Iblea è anche la città che ha restituito il celebre kouros con la dedica incisa nella sua gamba e la splendida kourotrophos, la donna che allatta due gemelli, due dei reperti più ammirati al Museo archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa. Attualmente si lavora alla riapertura dell’ “Antiquarium” ove saranno anche esposti i reperti provenienti dagli scavi più recenti, compresi quelli di età preistorica. La storia degli scavi a Megara Iblea è legata al nome dell’archeologo francese Georges Vallet che fu a capo dell’ “Ecole française” de Rome.

L’ Archeoclub di Augusta ha, inoltre, inserito nel percorso offerto alle guide in visita ad Augusta, oltre all’ hangar per dirigibili ed il Castello svevo, ovviamente ammirati solo dall’esterno, anche il Museo della piazzaforte illustrato dal direttore Antonello Forestiere, che ha accolto questa numerosa comitiva di “particolari” visitatori, facendo loro a sua volta da esperta “guida” della storia militare di Augusta tra i tanti cimeli del Museo. Presenti anche Piero Monticchio, presidente del Centro studi storico militari di Augusta. Per il Museo ha affiancato il direttore nel ricevere gli ospiti il componente del direttivo Domenico Collorafi.

La visita è stata volta anche a descrivere la nascita e la gestione di una piccola realtà museale dotata però di importanti cimeli e desiderosa di crescita riguardo agli ambienti espositivi.

 

Fonte: https://www.augustanews.it/augusta-guide-turistiche-in-visita-allantica-colonia-greca-di-megara-hyblaea/

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